Il pistacchio verde di Bronte DOP è la varietà di pistacchio più pregiata e famosa al mondo. Ed i motivi sono presto detti: un gusto inconfondibile, un colore incomparabile (di un verde smeraldo acceso) e una coltivazione che segue ancora oggi la vera tradizione contadina. Il prodotto ha ottenuto nel Giugno 2009 la certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta) dall’Unione Europea. Un riconoscimento che vuole contraddistinguerlo da tutte le altre tipologie di pistacchi, spesso importati da altre parti del mondo come America, Iran, Turchia, Grecia o Spagna. 

Quando si parla di pistacchio di Bronte, poi, non si può non pensare alla Sicilia, vera patria di questo frutto così apprezzato. È proprio alle pendici dell’Etna e precisamente a Bronte, infatti, che questa eccellenza viene prodotta, coltivata e commercializzata seguendo in modo maniacale ciò che dice la tradizione.

Ma attraverso quali fasi il pistacchio di Bronte viene coltivato? Come arriva nelle nostre tavole? È arrivato il momento di conoscere insieme storia, produzione e raccolta di questo frutto, chiamato dai produttori “frastuca” o anche Oro Verde di Sicilia. 

Pistacchio verde di Bronte DOP: la storia

Il pistacchio verde di Bronte è prodotto da una pianta molto particolare e molto longeva: la Pistacia vera.

Non è esagerato affermare che il pistacchio è una piantagione che ha avuto quasi origine col mondo: già gli antichi ebrei lo coltivavano, come anche le popolazioni più orientali. La pianta è stata introdotta da Lucio Vitello (governatore Romano della Siria) intorno al 20-30 dopo Cristo. Ma è alla Sicilia che si deve una coltivazione più massiccia: intorno al 900 d.C, infatti, quando approdarono gli arabi nel territorio siciliano, questi decisero di coltivare il pistacchio sfruttandone il clima più favorevole rispetto ad altri paesi. Il luogo prescelto fu Bronte, un paesino alle pendici dell’Etna, ad un’altitudine tra i 300 e 900 m. 

Ma perché proprio lì? Con il suo terreno lavico, concimato dalle costanti ceneri vulcaniche, era possibile favorire una produzione del frutto davvero unica, non solo nel gusto ma anche nell’aspetto. Con il suo clima caldo e secco, infatti, unito ad un terreno lavico ricco di minerali, divenne semplice generare un frutto dalle proprietà organolettiche inestimabili.

Pistacchio verde di Bronte DOP: come si coltiva 

La coltivazione del pistacchio verde di Bronte segue delle regole molto precise. Come detto in precedenza, l’unicità di questo frutto sta tutto nel territorio in cui viene coltivato, cioè alle pendici dell’Etna. Qui, gli alberi crescono in maniera molto naturale, anche se con una certa lentezza. 

La pianta si contraddistingue per una chioma folta con grossi grappoli di frutto, alta non oltre i 5 metri. Ha radici profonde, un tronco breve e una corteccia grigiastra. Dopo l’innesto della piantagione, la fase di piena produzione avviene in modo intenso solo dopo i 10 anni. Una pianta di questo tipo, nel pieno della sua vita però, può arrivare a produrre anche 20-30 chili di frutti in guscio.

La coltivazione prevede una fase di potatura attuata da novembre a marzo, volta ad eliminare eventuali rami secchi e a favorire arieggiamento e l’illuminazione della piantagione. 

Negli anni pari, vi è poi il cosiddetto processo di degemmazione: le gemme in fiore vengono eliminate manualmente in modo tale da favorire la “carica” (cioè la raccolta) nell’anno successivo. A seguire,il pistacchio arriva nella sua fase di maturazione intorno ad agosto/settembre, negli anni dispari. Il colore del mallo diventa bianco ed è quello il segnale che il frutto può finalmente essere raccolto. 

Come avviene la raccolta del pistacchio?

Il pistacchio di Bronte viene raccolto a cadenza biennale, come detto, negli anni dispari. Lo scopo è ottenere un frutto dalla qualità ancor più pregiata.

Ma come avviene questa fase così importante? Ciò che contraddistingue il pistacchio di Bronte rispetto a tanti altri è proprio la raccolta dello stesso che si verifica rigorosamente in modo manuale. Il terreno lavico in cui si attua la produzione, infatti, non consente l’introduzione di macchine vere e proprie. E sono proprio la fatica della raccolta e l’impiego di costosa manodopera impiegata nel corso dei due anni che incidono sul prezzo finale del prodotto.

Il processo di raccolta avviene in questo modo: l’addetto scuote ogni ramo dell’albero per far cadere i grappoli di frutti. Questi vengono poi radunati in un contenitore portato a spalla. Si tratta di un gioco veloce di movimento spesso tramandato da padre in figlio. 

Dopo questa fase, il frutto viene meccanicamente “sgrollato” (cioè si elimina il mallo) e lo si lascia asciugare al sole per qualche giorno per toglierne l’umidità. I pistacchi vengono successivamente riposti in sacchi di juta per poi procedere alla fase di stoccaggio e commercializzazione.

Caratteristiche del vero pistacchio verde di Bronte DOP

Ma cos’è che contraddistingue il vero pistacchio verde di Bronte DOP rispetto a tutti gli altri? Sono tre gli elementi da considerare: aspetto, profumo, gusto.

Partiamo dall’aspetto: il pistacchio di Bronte è costituito da una drupa allungata, quasi appuntita. Il suo mallo è sottile, l’endocarpo è lungo mentre il seme è di un color verde acceso. Non a caso, molti produttori parlano del pistacchio come un frutto “rosso rubino fuori e verde smeraldo all’interno”. Questo colore così verdastro, non è dettato dal caso ma è dovuto ad una robusta presenza di clorofilla, di un quantità maggiore rispetto a tutti gli altri pistacchi dalle origini differenti.

Per quanto riguarda il profumo, questo è delicato, resinoso, pieno. Il sapore invece è assolutamente tendente al dolce. Il pistacchio di Bronte infatti non viene mai salato e si tratta di una caratteristica distintiva, utile per riconoscerlo da eventuali imitazioni.